I prezzi dei coils in Europa saliranno o scenderanno nel prossimo futuro? La risposta a questa domanda sembra essere diversa a seconda delle aree geografiche: se nel Nord Europa le restrizioni all’import e la forte richiesta fanno attendere un rafforzamento dei prezzi, nel Sud del continente l’attenzione è tutta per il materiale che attende nei porti il 1° ottobre, data che “libererà” le quote di import del quarto trimestre 2021 senza il dazio del 25%.
Tuttavia difficilmente si assisterà a un calo dei prezzi dei coils a breve termine, anche a causa della riduzione delle esportazioni cinesi e delle situazioni critiche in cui versano Liberty e Dunaferr.
C’è un evento all’orizzonte che potrebbe sbloccare la situazione: quest’anno le negoziazioni per i contratti di fornitura dei coils a lungo termine per il settore automotive sono iniziate in anticipo e potrebbero chiudersi anche prima di fine ottobre, data della fiera di settore Blechexpo di Stoccarda. I produttori difficilmente rivedranno i prezzi prima della chiusura di questi contratti, ma la spinta per la definizione anticipata delle trattative fa pensare che ci potrebbero essere novità entro il prossimo mese.
Russia e India in stand-by, Italia forte sulla ghisa
Difficile pensare che i coils russi possano riversarsi a breve in Europa in maniera consistente: i prezzi hanno smesso di essere particolarmente competitivi e sono state introdotte tasse sull’export, per evitare shortage di materiale nel Paese. L’India invece, dalla quale proviene gran parte del materiale in attesa nei porti italiani, vive un momento di stallo dovuto alla stagione dei monsoni e a un’impennata di casi di Covid-19, ma pare che il Paese abbia diversi progetti infrastrutturali che richiameranno a breve l’attenzione degli operatori del mercato.
Una nota positiva dagli esportatori di ghisa in Italia, che segnalano un’impennata della domanda dovuta alla stabilità dei prezzi e fanno ben sperare per il futuro degli scambi.
L’affaire Thailandia sotto esame della UE
Produttori cinesi esportavano parti di fogli di alluminio soggette a dazi antidumping in Thailandia, sottoponendole qui a operazioni di assemblaggio minori prima di riesportarle in UE: è quanto emerge da un’indagine delle Commissione Europea, che ha rilevato le manovre di elusione dei dazi di alcune società cinesi.
La Commissione vuole ora estendere anche alla Thailandia l’applicazione dei dazi antidumping sui fogli di alluminio per uso domestico, in modo da combattere il commercio sleale e difendere il mercato dell’alluminio UE, che ha un valore di 550 milioni di euro e vede coinvolti nella produzione di fogli 12 Paesi membri.
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Alessandra Sangoi
CEO